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giovedì 30 ottobre 2014
lunedì 20 ottobre 2014
Convegno internazionale "EURO, MERCATI, DEMOCRAZIA"
L’8 e 9 novembre 2014 al Centro Congressi Serena Majestic di Montesilvano si svolgerà la terza edizione del convegno internazionale Euro, mercati, democrazia, organizzato dal Dipartimento di Economia dell’Università Gabriele d’Annunzio (DEC) e da a/simmetrie.
Parteciperanno: Alekos Alavanos (Plan B), Stefano Feltri (il Fatto Quotidiano), Piergiorgio Gawronski (SNA), Vladimiro Giacché, Claudio Borghi Aquilini (UCSC), Marcello Foa (USI, UCSC), Mario Giordano (Tg4), BrigitteGranville (Queen Mary University), Christopher Granville (Trusted Sources), Andrea Boltho (Magdalene College, Oxford University), Francesco Lippi (Università di Sassari e EIEF), Alberto Montero Soler (Universidad de Malaga), Michele Boldrin (Washington University of St. Louis), Andrea Pancani (La7), Riccardo Puglisi(Università di Pavia), Jacques Sapir (CEMI-EHESS), Fausto Bertinotti, Gianni Cuperlo (PD), Giorgia Meloni (FDI-AN), Matteo Salvini (Lega Nord), Andrea Colletti (M5S).
Il convegno ospiterà tavole rotonde sulla ripresa dei paesi periferici della zona euro, sulle esperienze storiche di smantellamento delle unioni monetarie e sul rapporto fra democrazia e sovranità economica. Una sessione sarà dedicata alla presentazione del modello di a/simmetrie e dei suoi scenari a medio termine.
Per tutte le informazioni sulle sessioni consultare il programma completo.
sabato 11 ottobre 2014
NON FACCIAMOCI DEL MALE
Oggi voglio parlare di un tema collegato a quello che ho già trattato in
un'accezione più orientata all'economico-giuridico in questo
post sulla corruzione di cui consiglio un'attenta lettura perché
abbastanza connesso a quello che state per leggere.
Qualche giorno fa,
in seguito a un
mio post su facebook ci sono stati una serie di commenti relativi
alla quasi irreversibile negativa natura del popolo italiano.
Prendo a prestito
alcune frasi dei commenti perché esemplificative, in effetti la
stragrande maggioranza della gente sostiene queste tesi:
“(l'Italia è)Un
paese di merda è tale perché è composto da troppa gente della
medesima sostanza...”
“...non
è "autorazzismo" (anche perché lo stai dicendo
all'antirazzista per antonomasia) è semplicemente l'amara
(amarissima in vero) constatazione della REALTÀ DEI FATTI fatta da
chi, come me, ogni santo giorno (purtroppo) ha a che fare con tante
persone che (te lo ASSICURO, ma non farmi perdere tempo e fegato a
farti esempi e racconti), con il passare degli anni, si rivelano
sempre più per quel che sono VERAMENTE al di là della facciata
ovvero, come avevo sinteticamente espresso nel precedente post, delle
MERDE. La loro natura fecale la estrinsecano in varie forme, dalla
mera "ignoranza" nel senso più ampio del termine, al
razzismo (loro sì), al meschino egoismo, alla mancanza di rispetto
della basilari regole del viver civile ecc. TUTTO QUESTO determina,
ripeto, il PAESE DI MERDA che è diventata l'Italia, le PERSONE DI
MERDA. Se ora vuoi anche la soluzione... l'unica credo sia FAR
STUDIARE SERIAMENTE qualche generazione e poi, FORSE, i nostri figli
(probabilmente nipoti) potranno uscire da questo fosso. Un
abbraccio...”
Anch'io vivo
situazioni simili, come più o meno tutti del resto, e anch'io
talvolta sono preda di un istinto livoroso verso cose, persone,
fatti.
In quei momenti, ve
lo assicuro, sono potenzialmente molto
più estremista del mio amico.
Perché è così?
Se penso alla
constatazione della realtà dei fatti come l'amico sostiene,
obiettivamente penso che i fatti siano l'effetto e non la causa.
Perché
quotidianamente si è persa la dignità di rispettare arrogandosi il
diritto di ricevere rispetto?
Perché la
maleducazione ha preso il sopravvento?
Perché il popolo è
totalmente in confusione in merito a diritti e doveri?
Perché se uno
commette un reato il grado di certezza della pena è mediamente
veramente basso, per legge?
Perché il
controllore e il controllato sono enti o persone spesso
sovrapponibili in maniera da annullare il controllo?
Perché la legge non
è uguale per tutti?
Perché norme e
regolamenti non sono per tutti?
Perché i giornali
scrivono tutti la stessa cosa su tutto e quasi mai la verità?
Perché si fanno
solo e si accettano leggi anticostituzionali senza alcuna
sollevazione popolare?
Perché se faccio un
post con una identità matematica o una equazione di primo grado il
commento più gentile che ricevo sostiene che scrivo concetti
difficili da comprendere?
...e potrei,
potreste, proseguire ad libitum...
Io una risposta a
tutte queste domande e alle altre non menzionate ce l'avrei, non è
certo definitiva ma i link causa-effetto che ci prospetta al momento
li trovo soddisfacenti.
È
una risposta non banale e articolata che merita un piccolo excursus
storico.
Ci sono due importanti momenti nella recente storia internazionale a livello
socio-economico, il 1968 e il 1989.
Nel ‘68 c'è un
movimento rivoluzionario e a guardarlo bene il movimento è
antiborghese, ma non anticapitalistico. La borghesia era la classe
che dettava le regole, i tempi della società, non in maniera equa ma
nemmeno in maniera troppo sbilanciata. Rivolgendosi contro la
borghesia si facilita l’avvento di un capitalismo senza borghesia.
Non è un caso che i famosi “figli dei fiori” nati a Sausalito in
California si è scoperto come, agli inizi, fossero finanziati da
multinazionali e questo perché la lotta contro l’autorità è
tipica del capitalismo che non vuole regole e regolatori,
così
è stato e così è. Il
“fate l'amore non fate la guerra” si trasforma in breve in
“liberi dalle regole”.
L’89 è l’altro
momento decisivo, perché sotto il muro di Berlino viene sepolto
anche quel ‘sogno di un’altra via” che segnava a livello
simbolico la possibilità di pensare a qualcosa di altro rispetto al
capitalismo.
Il capitalismo
dunque impone solo sé stesso, annulla qualsiasi alternativa, ma non
basta.
Esso si trasforma
ulteriormente fino a divenire capitalismo finanziario, un potere
concentrato nelle mani di pochi che oggi è arrivato ad abbattere gli
ultimi bastioni, gli Stati e le loro Costituzioni democratiche, le
loro leggi, le loro tradizioni.
Tutto diventa merce,
anche il pensiero, tutto è possibile in nome del profitto, il denaro
serve per generare altro denaro.
La società si è
così rimodellata secondo questi nuovi criteri, siamo tutti più
liberi di pensare e fare ciò che ci dicono di pensare, e quel fare è
al solo scopo di consumare.
Il sistema non si
basa su un progetto culturale, non si regge su verità, si basa solo
sulla circolazione illimitata e fine a sé stessa della merce, su
quel relativismo nichilista per cui puoi pensare tutto quello che
vuoi, tanto è irrilevante.
Puoi dire che il
mondo fa schifo, ma non si accetta sentirsi dire che si può
trasformare.
Quindi si può dire
che “l'Italia è un paese di merda fatta da pezzi di merda” ma
non viene spontaneo, perché non accettato, dire che si può
rimediare.
Farlo significa
risalire alle cause dell'attuale delirio, la sconfitta delle regole
democratiche, l'aberrazione di norme e regolamenti, l'annichilimento
delle tradizioni quali selezioni secolari del buon senso popolare.
Nonostante ciò oggi
gli italiani sono quello che sono ma non sono peggio degli altri,
spesso sono migliori.
Dati alla mano non
siamo i più corrotti, non siamo i più sanguinari, non siamo i più
egoisti.
La storia ci dice
che siamo stati tra i più coraggiosi, tra i più intraprendenti, tra
i più innovatori.
Siamo un po' di
tutto questo e non ci piace, è vero, non possiamo essere un esempio
ma non può esserlo nessun altro popolo occidentale.
In effetti si, penso
che siamo tra i più maleducati ma anche tra quelli che sanno amare
di più.
In effetti la
sensazione che quando vai all'estero, o meglio in altre specifiche
nazioni portate come esempio, tutto funziona meglio è anche
supportato dall'esperienza vissuta.
Poi, ancora una
volta, passi tali Paesi al setaccio dei dati e dei numeri e scopri
che hanno una disuguaglianza sociale maggiore della nostra
(Germania), hanno una delinquenza maggiore della nostra (UK,
Germania, Francia), sul welfare hanno tutti una Costituzione peggiore
della nostra, hanno tutti un'aspettativa di vita inferiore alla
nostra.
Non posso dire che
siamo i migliori ma non c'è mediamente nessuno migliore di noi.
Perché dunque
questa tendenza all'autodenigrazione, all'autorazzismo?
È
il risultato di una propaganda criminale di
un'oligarchia finanziaria che
insieme a una crisi economica indotta lavorano
per farci sentire
inferiori, per imporci principi,
riforme e leggi che
altrimenti non avremmo mai accettato.
Lo
dico io? Ma no, ce lo hanno detto in
tempi non sospetti “loro”
vedi
qui
e qui
e se non avete voglia e
tempo di andarvi a documentare eccovi le sintesi:
“Un
giorno ci sarà una crisi e saremo obbligati ad introdurre nuovi
strumenti politici, oggi non proponibili”
04/12/2001 Prodi al Financial Times
“Nell'Europa
continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi
spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del
lavoro, della scuola e in altri ancora.
Ma
deve essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma
di protezioni che nel corso del ventesimo secolo hanno
progressivamente allontanato l'individuo da CONTATTO DIRETTO CON LA
DUREZZA DEL VIVERE, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il
premio ai suoi difetti o qualità.”
Padoa Schioppa 26/08/2003
Qualcuno
obiettivamente può pensare che l'abbrutimento di un popolo sia un
fenomeno che viene dal basso?
Qualcuno crede
ancora che le rivoluzioni trovino origine dai movimenti popolari?
Quando, giustamente
incavolati, inveiamo contro i nostri concittadini dobbiamo sapere che
questo è esattamente ciò che è stato pianificato per noi:
riavvicinarci alla durezza del vivere.
Che fare allora?
Quello che non ci si
aspetta, cercare di rimediare, lottare per re-imporre i principi
costituzionali, le norme, i regolamenti, le tradizioni.
Come lottare?
Partire da noi
stessi, divulgare, diffondere, aggregarsi ma soprattutto convincere
le cooptate classi dirigenti che se perdiamo noi perdiamo tutti, loro
compresi.
Il cambiamento nella
storia, per buona pace dei rivoluzionari di sinistra, è sempre
dettato dai ceti medio-alti, quella borghesia che andava distrutta
per avere campo libero.
Bisogna lottare per
essere migliori.
Pare poco?
Meglio di restare
passivi.
In fondo, poi,
questo ripensamento generalizzato delle classi dirigenti non lo vedo
troppo lontano, dopo un 25 luglio c'è sempre un 8 settembre....
Ad maiora
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