Partendo dalle considerazioni del post precedente vorrei concentrarmi oggi sul M5S cercando, attraverso l'analisi dei sette punti del programma per le europee, di capire meglio cos'è e dove vuole andare.
Vediamo punto per punto il programma:
Referendum per la permanenza nell’Euro.
Cominciamo con il pezzo forte della campagna elettorale del M5S, una vera castroneria per una serie di motivi. Il motivo tecnico è che dall’Euro l’Italia non potrebbe certo uscire tramite un referendum abrogativo. Non soltanto, infatti, l’art. 75 della Costituzione vieta esplicitamente che possa svolgersi un simile referendum sulle leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali ma, secondo una consolidata interpretazione della Consulta, non sarebbe mai possibile interferire, attraverso referendum, con l’ambito di applicazione delle norme comunitarie e con gli obblighi assunti dall’Italia nei confronti dell’Unione Europea. Grillo ha proposto un referendum “propositivo”, non abrogativo. Nel nostro ordinamento, però, non è possibile proporre lo svolgimento di referendum consultivi, al di là delle espresse previsioni della costituzione (articolo 132, ai sensi del quale tali consultazioni riguardano unicamente modifiche ai territori delle Regioni). Ora ammesso che il M5S riuscisse a conquistare la maggioranza assoluta alle prossime politiche (2018 ?) dovrebbe modificare la costituzione per poterlo imporre, e non solo, Grillo aveva anche promesso che, prima del referendum, avrebbe fatto una campagna di un anno per informare gli italiani (2019 ?).
Nell'ipotetico periodo di preparazione al referendum, nella più avventata delle previsioni parliamo dei prossimi due anni (elezioni anticipate), i mercati che farebbero???? Ovviamente avrebbero tempo e modo di massacrarci l'economia, speculando e lucrando.
Il “referendum” sull’Euro è un’illusione, un modo di prender tempo, di evitare di rischiare e non perdere il voto degli euroscettici (la maggioranza della base M5S) poco inclini agli approfondimenti, insomma è una manovra di marketing.
Casaleggio è contrario all'uscita dall'Euro e quindi ha pensato bene di inventarsi questa proposta poco logica, poco rivoluzionaria ma funzionale al proprio scopo (quale?).
Ma un movimento rivoluzionario (solo nelle menti della base che ci crede ancora) non può permettersi di temporeggiare.
Abolizione del Fiscal Compact
Adozione degli Eurobond
Questi due punti vanno valutati insieme perché, mentre Casaleggio inganna, i tecnocrati europei capeggiati da Barroso, si portano avanti con il lavoro, pensando bene di sostituire il Fiscal Compact (sanno che gli Stati PIIGS, o più elegantemente GIPSI, non riusciranno ad onorarlo) con l'European Redemption Fund, per il quale tutti gli Stati aderenti conferiscono a un Fondo specifico le eccedenze delle porzioni di debito superiori al 60% del PIL e lo stesso Fondo, per finanziarsi e tramutare i titoli nazionali con quelli con garanzia comune, emetterà sul mercato dei capitali una sorta di super eurobond al cubo e, avvalendosi della tripla A concessa dalle Agenzie di rating alle emissioni della UE, potranno godere di tassi presumibilmente più bassi rispetto a quelli di molti paesi “periferici”. Il nostro debito, anche se attualmente espresso in euro ma di fatto valuta per noi estera in quanto non la stampiamo, è ancora sotto la giurisdizione italiana, mentre con la conversione in emissioni comuni (gli eurobond che vuole il duo Grillo-Casaleggio), si tramuterebbe in giurisdizione internazionale e non più convertibile in valuta nazionale in caso di uscita poiché non più applicabile il principio di Lex Monetae previsto dagli artt.1277 e 1278 del nostro Codice Civile. Ma siccome nessuno ti regala nulla per nulla, tantomeno i ragionieri esattori europei, in cambio dell'emissione dei super eurobond viene pretesa a garanzia l’asservimento dei rispettivi asset patrimoniali nazionali, riserve valutarie e auree e parte del gettito fiscale (es. IVA). Ciao ciao sovranità, ciao ciao Bel Paese.
Con questi due punti il (presunto) cervello del M5S dimostra di non capire una beata mazza di argomenti macroeconomici. Propone la giusta eliminazione del Fiscal Compact e dopo caldeggia la creazione degli eurobond che sono la garanzia di un ancoraggio perenne all'Euro su quale vuole però indire un fantomatico referendum per uscirne.
Confusione totale, ma non è casuale, è un Casaleggio's project.
Alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune
Che politica potremmo avere in comune con Grecia, Turchia, Libano, Israele, Egitto, Tunisia, Libia, Marocco, Spagna, Francia?
Controllo immigrazione, cooperazioni agricole, mercato di sbocco per le nostre PMI che l'Eurozona sta distruggendo e altro...... cose ovvie che, a volte bene e molte volte male, si sono sempre fatte.
Casaleggio ne fa un punto di programma. Onore a lui per questo piccolo scorcio da sagra delle banalità.
Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio
Abolizione del pareggio di bilancio.
Anche questi due punti vanno valutati insieme perché è incredibile la contraddizione che si evidenzia tra questi punti e il programma storico del Movimento 5 Stelle
Quello che segue è un estratto della pagina 2 del documento:
La frase evidenziata è esattamente il concetto che ha portato alla condivisione e alla obbrobriosa approvazione del pareggio di bilancio in Costituzione e, soprattutto, al ripudio del concetto di spesa pubblica (e del suo moltiplicatore) che, in uno Stato sovrano, dovrebbe essere sempre superiore al gettito delle tasse.
Quindi, sempre nel pieno del programmato stato confusionale, Casaleggio propone lo sforamento del 3% della spesa a deficit, l'abolizione del pareggio di bilancio ma è per l'approvazione di ogni legge subordinata alla effettiva copertura finanziaria cioè a favore del pareggio di bilancio che però voleva abrogare. Mah....
Finanziamento per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni
Condivisibile, fattibile, necessario in uno Stato Sovrano che deve essere in grado di sostenere autonomamente, anche se solo in parte, i consumi interni, rendendosi prospetticamente meno permeabile e assoggettabile alle politiche espansionistiche dei grandi gruppi alimentari multinazionali.
La mia opinione è che il programma non si tiene in piedi, è una grande delusione.
La malizia mi suggerisce che si tratta di uno specchietto per le allodole, concetti buttati alla rinfusa che evidentemente cadono nel merito di una più attenta analisi tecnica e che sono strumentali alla cooptazione di un elettorato scontento del sistema, voglioso di esprimere un voto di protesta ma poco erudito sui temi e superficiale nell'analisi.
Casaleggio non vuole uscire dall'euro, penso che non voglia veramente fare un referendum, e che progetti di arrivare nella stanza dei bottoni dello Stato...... non perché "uno vale uno".........
Grillo era e rimane uno show man, un simpatico ed energico trascinatore, nulla di più.
Sono stato iscritto al M5S per circa un anno, l'ho fatto per curiosità e con una piccola speranza, me ne sono fatto un'idea che l'ha uccisa.
La base che decide è meno di una mezza verità.
In un incontro pubblico "Fuori dai Media" con deputati, senatori ed attivisti M5S dello scorso 16 febbraio a Chieti Scalo, un deputato pentastellato mi ha confessato che due dei sette punti del programma per le europee sono stati imposti da Casaleggio, non mi ha detto quali ma è facile intuirli.
Dai sondaggi e dal forum sul sito di Grillo si evince che la maggior parte della base è per uscire dall'euro, la proposta più votata nel forum, fino a circa un anno fa, era l'implementazione della Modern Money Theory (che condivido solo in parte, la creazione di moneta è endogena, non esogena....) nel programma cinque stelle, una teoria economica che a grandi linee predilige il ritorno alla sovranità monetaria e una politica espansiva. Non è stata mai presa in considerazione dal vertice in barba alla democrazia diretta che è solo uno slogan.
Quindi?
Base contro altezza: vince l'altezza ma la base si può rompere..........
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