martedì 6 febbraio 2018

Elezioni politiche 2018: chi votare, è la domanda giusta?

Tra poco meno di quattro settimane si andrà alle urne, nel frattempo, come credo sia accaduto a molti, ho avuto modo di discutere anche animosamente in merito a quale schieramento sia meglio sostenere, quale personaggio politico sia più affidabile, etc. etc.
«Eh, io son fumino, se 'un le dico mi sento male!» diceva un grande ma sottovalutato attore, e io come lui son fumino…
In tutti i miei interlocutori, amici e non, ho trovato i soliti luoghi comuni, quelli che si sentono in TV e sui social a reti unificate: quello è di destra, l’altro è un evasore, questi sono inaffidabili, gli altri sono venduti, questo è un politico professionista, quest’altro è un razzista delinquente, siamo noi italiani il problema…..e quindi: quest’anno non voto, continuo a non votare, voto sempre gli stessi perché io sono fedele, voto i più onesti, voto i meno peggio, io sono di sinistra ma questa volta voto a destra, io sono di destra ma questa volta mi butto a sinistra, chiedo al Presidente o al Segretario del Seggio di mettere a verbale la mia dichiarazione d’intenti, dove scriverò: “Io non voto perché non mi sento rappresentato da nessuno”,  ah se tutti facessero come me…
Per carità rispetto tutti, belli e brutti, ma non sono d’accordo con nessuno, o quasi…
Tutti si pongono e tentano di rispondere alla stessa domanda:
"Per chi votare?"
Siamo sicuri che sia la domanda giusta?
Per me no, ovviamente…
È come domandarsi, ad esempio, a chi affidare la fascia di capitano della propria squadra quando non si ha un numero di giocatori sufficiente per poter giocare.
In questo caso una domanda più pertinente sarebbe: riesco a rimediare qualche altro giocatore?
Poi in fase di analisi ci si potrebbe magari interrogare sul perché non si ha a disposizione un numero di giocatori sufficiente… esempio banale, lo so, ma occorre rimanere semplici…

Dopo anni di crisi economica, con povertà, disuguaglianza, disoccupazione, precarietà, immigrazione incontrollata in aumento, diritti costituzionali per una vita dignitosa calpestati in nome di un rigore al rispetto di strani numeri decisi altrove (che altri Stati non rispettano)…..ci sarà qualcuno a cui viene da domandarsi:

"Chi è il nostro nemico?"

domande a corollario, chi è che:
vuole la sanità privata? ci vuole in pensione a settanta anni? vuole il lavoro precario? vuole la scuola secondaria di quattro anni? vuole più immigrazione? pretende sempre e ad ogni costo la libera circolazione del capitale? dice per legge cosa bisogna mangiare? decide cosa puoi e cosa non puoi coltivare o pescare? vuole il mondo globalizzato a ogni costo? vuole lo Stato subalterno al mercato? azzera i risparmi per legge?….etc. etc.

Già, chi è?

Un “illuminato” intellettuale oltre settanta anni fa diceva:
«Il controllo economico non è il semplice controllo di un settore della vita umana che possa essere separato dal resto; è il controllo dei mezzi per tutti i nostri fini. E chiunque abbia il controllo dei mezzi deve anche determinare quali fini debbano essere alimentati, quali valori vadano stimati […] in breve, ciò che gli uomini debbano credere e ciò per cui debbano affannarsi».
(Friedrich von Hayek da "Verso la schiavitù", 1944).

È esattamente ciò che hanno fatto e stanno facendo, ma chi?

I politici italiani? No, al più sono camerieri…
I politici europei? Ni, ne sono una espressione lobbistica (chiamasi UE)…

Vuoi vedere che c’è un ristretto numero di super ricchi e di multinazionali che si stanno spartendo il mondo e che impongono le loro “regole democratiche di economia sociale di mercato”? 

La parola sociale tra economia e mercato è un’invenzione per rendere ingannevolmente accettabile un regime economico che altrimenti sarebbe stato rifiutato a priori dalla moltitudine, cioè il liberismo.

Ecco, questo è il nemico, il liberismo (e chi lo sostiene), d'altronde esso è l’ideologia che declina la libertà individuale nell'egoismo.

Questa è la mia risposta.

Questo il mio umile consiglio.

Fatevi la domanda giusta, cercate bene una risposta plausibile e supportata da verità fattuali, confrontate i contenuti della vostra risposta con i programmi elettorali delle forze politiche, votate quella che si avvicina di più.

Si può sbagliare, certo, tuttavia non votando lo sbaglio diventa peccato.

Monti, il cameriere dell’austerità concepita altrove, in occasione del divorzio tra la politica e la Banca d’Italia disse che ci sono:”valori che saranno meglio tutelati, se affidati a qualcuno che può permetterselo trovandosi al riparo dal processo elettorale”.

Essi dunque ambiscono a governare ciò che gli uomini debbano credere e ciò per cui debbano affannarsi, al riparo del processo elettorale.

Uno pensa di non votare come atto di libertà e invece si riduce a un atto di schiavitù, oggi più che mai.

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