Oggi voglio parlare di un tema collegato a quello che ho già trattato in
un'accezione più orientata all'economico-giuridico in questo
post sulla corruzione di cui consiglio un'attenta lettura perché
abbastanza connesso a quello che state per leggere.
Qualche giorno fa,
in seguito a un
mio post su facebook ci sono stati una serie di commenti relativi
alla quasi irreversibile negativa natura del popolo italiano.
Prendo a prestito
alcune frasi dei commenti perché esemplificative, in effetti la
stragrande maggioranza della gente sostiene queste tesi:
“(l'Italia è)Un
paese di merda è tale perché è composto da troppa gente della
medesima sostanza...”
“...non
è "autorazzismo" (anche perché lo stai dicendo
all'antirazzista per antonomasia) è semplicemente l'amara
(amarissima in vero) constatazione della REALTÀ DEI FATTI fatta da
chi, come me, ogni santo giorno (purtroppo) ha a che fare con tante
persone che (te lo ASSICURO, ma non farmi perdere tempo e fegato a
farti esempi e racconti), con il passare degli anni, si rivelano
sempre più per quel che sono VERAMENTE al di là della facciata
ovvero, come avevo sinteticamente espresso nel precedente post, delle
MERDE. La loro natura fecale la estrinsecano in varie forme, dalla
mera "ignoranza" nel senso più ampio del termine, al
razzismo (loro sì), al meschino egoismo, alla mancanza di rispetto
della basilari regole del viver civile ecc. TUTTO QUESTO determina,
ripeto, il PAESE DI MERDA che è diventata l'Italia, le PERSONE DI
MERDA. Se ora vuoi anche la soluzione... l'unica credo sia FAR
STUDIARE SERIAMENTE qualche generazione e poi, FORSE, i nostri figli
(probabilmente nipoti) potranno uscire da questo fosso. Un
abbraccio...”
Anch'io vivo
situazioni simili, come più o meno tutti del resto, e anch'io
talvolta sono preda di un istinto livoroso verso cose, persone,
fatti.
In quei momenti, ve
lo assicuro, sono potenzialmente molto
più estremista del mio amico.
Perché è così?
Se penso alla
constatazione della realtà dei fatti come l'amico sostiene,
obiettivamente penso che i fatti siano l'effetto e non la causa.
Perché
quotidianamente si è persa la dignità di rispettare arrogandosi il
diritto di ricevere rispetto?
Perché la
maleducazione ha preso il sopravvento?
Perché il popolo è
totalmente in confusione in merito a diritti e doveri?
Perché se uno
commette un reato il grado di certezza della pena è mediamente
veramente basso, per legge?
Perché il
controllore e il controllato sono enti o persone spesso
sovrapponibili in maniera da annullare il controllo?
Perché la legge non
è uguale per tutti?
Perché norme e
regolamenti non sono per tutti?
Perché i giornali
scrivono tutti la stessa cosa su tutto e quasi mai la verità?
Perché si fanno
solo e si accettano leggi anticostituzionali senza alcuna
sollevazione popolare?
Perché se faccio un
post con una identità matematica o una equazione di primo grado il
commento più gentile che ricevo sostiene che scrivo concetti
difficili da comprendere?
...e potrei,
potreste, proseguire ad libitum...
Io una risposta a
tutte queste domande e alle altre non menzionate ce l'avrei, non è
certo definitiva ma i link causa-effetto che ci prospetta al momento
li trovo soddisfacenti.
È
una risposta non banale e articolata che merita un piccolo excursus
storico.
Ci sono due importanti momenti nella recente storia internazionale a livello
socio-economico, il 1968 e il 1989.
Nel ‘68 c'è un
movimento rivoluzionario e a guardarlo bene il movimento è
antiborghese, ma non anticapitalistico. La borghesia era la classe
che dettava le regole, i tempi della società, non in maniera equa ma
nemmeno in maniera troppo sbilanciata. Rivolgendosi contro la
borghesia si facilita l’avvento di un capitalismo senza borghesia.
Non è un caso che i famosi “figli dei fiori” nati a Sausalito in
California si è scoperto come, agli inizi, fossero finanziati da
multinazionali e questo perché la lotta contro l’autorità è
tipica del capitalismo che non vuole regole e regolatori,
così
è stato e così è. Il
“fate l'amore non fate la guerra” si trasforma in breve in
“liberi dalle regole”.
L’89 è l’altro
momento decisivo, perché sotto il muro di Berlino viene sepolto
anche quel ‘sogno di un’altra via” che segnava a livello
simbolico la possibilità di pensare a qualcosa di altro rispetto al
capitalismo.
Il capitalismo
dunque impone solo sé stesso, annulla qualsiasi alternativa, ma non
basta.
Esso si trasforma
ulteriormente fino a divenire capitalismo finanziario, un potere
concentrato nelle mani di pochi che oggi è arrivato ad abbattere gli
ultimi bastioni, gli Stati e le loro Costituzioni democratiche, le
loro leggi, le loro tradizioni.
Tutto diventa merce,
anche il pensiero, tutto è possibile in nome del profitto, il denaro
serve per generare altro denaro.
La società si è
così rimodellata secondo questi nuovi criteri, siamo tutti più
liberi di pensare e fare ciò che ci dicono di pensare, e quel fare è
al solo scopo di consumare.
Il sistema non si
basa su un progetto culturale, non si regge su verità, si basa solo
sulla circolazione illimitata e fine a sé stessa della merce, su
quel relativismo nichilista per cui puoi pensare tutto quello che
vuoi, tanto è irrilevante.
Puoi dire che il
mondo fa schifo, ma non si accetta sentirsi dire che si può
trasformare.
Quindi si può dire
che “l'Italia è un paese di merda fatta da pezzi di merda” ma
non viene spontaneo, perché non accettato, dire che si può
rimediare.
Farlo significa
risalire alle cause dell'attuale delirio, la sconfitta delle regole
democratiche, l'aberrazione di norme e regolamenti, l'annichilimento
delle tradizioni quali selezioni secolari del buon senso popolare.
Nonostante ciò oggi
gli italiani sono quello che sono ma non sono peggio degli altri,
spesso sono migliori.
Dati alla mano non
siamo i più corrotti, non siamo i più sanguinari, non siamo i più
egoisti.
La storia ci dice
che siamo stati tra i più coraggiosi, tra i più intraprendenti, tra
i più innovatori.
Siamo un po' di
tutto questo e non ci piace, è vero, non possiamo essere un esempio
ma non può esserlo nessun altro popolo occidentale.
In effetti si, penso
che siamo tra i più maleducati ma anche tra quelli che sanno amare
di più.
In effetti la
sensazione che quando vai all'estero, o meglio in altre specifiche
nazioni portate come esempio, tutto funziona meglio è anche
supportato dall'esperienza vissuta.
Poi, ancora una
volta, passi tali Paesi al setaccio dei dati e dei numeri e scopri
che hanno una disuguaglianza sociale maggiore della nostra
(Germania), hanno una delinquenza maggiore della nostra (UK,
Germania, Francia), sul welfare hanno tutti una Costituzione peggiore
della nostra, hanno tutti un'aspettativa di vita inferiore alla
nostra.
Non posso dire che
siamo i migliori ma non c'è mediamente nessuno migliore di noi.
Perché dunque
questa tendenza all'autodenigrazione, all'autorazzismo?
È
il risultato di una propaganda criminale di
un'oligarchia finanziaria che
insieme a una crisi economica indotta lavorano
per farci sentire
inferiori, per imporci principi,
riforme e leggi che
altrimenti non avremmo mai accettato.
Lo
dico io? Ma no, ce lo hanno detto in
tempi non sospetti “loro”
vedi
qui
e qui
e se non avete voglia e
tempo di andarvi a documentare eccovi le sintesi:
“Un
giorno ci sarà una crisi e saremo obbligati ad introdurre nuovi
strumenti politici, oggi non proponibili”
04/12/2001 Prodi al Financial Times
“Nell'Europa
continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi
spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del
lavoro, della scuola e in altri ancora.
Ma
deve essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma
di protezioni che nel corso del ventesimo secolo hanno
progressivamente allontanato l'individuo da CONTATTO DIRETTO CON LA
DUREZZA DEL VIVERE, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il
premio ai suoi difetti o qualità.”
Padoa Schioppa 26/08/2003
Qualcuno
obiettivamente può pensare che l'abbrutimento di un popolo sia un
fenomeno che viene dal basso?
Qualcuno crede
ancora che le rivoluzioni trovino origine dai movimenti popolari?
Quando, giustamente
incavolati, inveiamo contro i nostri concittadini dobbiamo sapere che
questo è esattamente ciò che è stato pianificato per noi:
riavvicinarci alla durezza del vivere.
Che fare allora?
Quello che non ci si
aspetta, cercare di rimediare, lottare per re-imporre i principi
costituzionali, le norme, i regolamenti, le tradizioni.
Come lottare?
Partire da noi
stessi, divulgare, diffondere, aggregarsi ma soprattutto convincere
le cooptate classi dirigenti che se perdiamo noi perdiamo tutti, loro
compresi.
Il cambiamento nella
storia, per buona pace dei rivoluzionari di sinistra, è sempre
dettato dai ceti medio-alti, quella borghesia che andava distrutta
per avere campo libero.
Bisogna lottare per
essere migliori.
Pare poco?
Meglio di restare
passivi.
In fondo, poi,
questo ripensamento generalizzato delle classi dirigenti non lo vedo
troppo lontano, dopo un 25 luglio c'è sempre un 8 settembre....
Ad maiora
Inserisco commenti al post fatti su facebook:
RispondiEliminaClaudio D'Aurelio:
Ahahahha GRANDISSIMO Valerione! BRAVO!
Allora... qualche breve considerazione:
1) "Anch'io vivo situazioni simili..." beh certo se il "simile" è vivere su questa terra siamo in 7.000.000.000 a vivere "situazioni simili" Valè Io non mi riferivo a chi ha uno stipendio ma a chi, avendo una propria attività, i soldi deve tirarli fuori da quest'ultima. Ti ASSICURO che, negli ultimi anni, c'è stato un imbarbarimento esponenziale delle "persone" (e queste fanno figli e si riproducono allegramente, vedi recente episodio sul povero ragazzo 14enne) in generale. Di questo le persone che vivono di stipendio (ne ho centinaia attorno, compagna compresa) non se ne accorgono come quelli che vivono la cosa in PRIMA PERSONA, fidati Valè... è DIVERSO. Non ho detto che "non se ne accorgono" ci mancherebbe ma, mi ripeto, una buona parte non la vivono sulla loro pelle.
2) "...ma non viene spontaneo, perché non accettato, dire che si può rimediare." Forse ti sei perso un pezzo di quel che ho scritto Ho detto che si può "rimediare" (certo ho aggiunto un "FORSE" in maiuscolo preso dallo sconforto eheheh) e lo ribadisco. Solo che asserendo che ci vorranno una o due generazioni, volevo evidentemente sottolineare come questo processo di "rinascita" necessiterà (tanto) TEMPO. Le tue considerazioni storico/politiche/economiche sono tutte perfettamente condivisibili ma, in generale, è quasi del tutto assente il parametro di riferimento "tempo" con il quale, nostro malgrado, ognuno di noi ha decisamente a che fare. Un po' come se dicessi che Maradona è il più forte giocatore di calcio del mondo e che in giro ci son tanti giocatori peggio di lui. Sì, lallèro. Maradona ERA il giocatore più forte, ora è un mezzo tossicodipendente, sovrappeso e lento come una lumaca. Quella che io definisco "situazione (paese, gente, ecc.) di merda" deve essere necessariamente (almeno secondo me) contestualizzata a QUESTO MOMENTO STORICO e parametrata alla esistenza decisamente "limitata nel tempo" di ognuno di noi. Insomma MacManu ad aspettare altri anni qui a fare la Don Chicotte della situazione rischiava, se non di morire di fame, SICURAMENTE di rodersi il fegato per TUTTI I MIGLIORI ANNI DELLA SUA VITA e non veder riconosciuti i propri meriti ecc. perchè questa cazzo di nazione NON FUNZIONA. Certamente si potrebbe anche "restare nel proprio paese a lottare per i propri figli", ma qui il discorso diventa troppo complesso
3) "Qualcuno obiettivamente può pensare che l'abbrutimento di un popolo sia un fenomeno che viene dal basso?" Certo che no.
4) "Qualcuno crede ancora che le rivoluzioni trovino origine dai movimenti popolari?" Ni.
5) " Che fare allora?
Quello che non ci si aspetta, cercare di rimediare, lottare per re-imporre i principi costituzionali, le norme, i regolamenti, le tradizioni." Facile a scriversi ma DIFFICILISSIMO da fare in alcuni (tanti) casi.
6) Il tuo post e i miei commenti saranno letti da POCHISSIME persone, forse Tullio e Manu perchè l'ho citata Perchè la gente NON LEGGE,, preferisce vedere "Uomini e donne" Valè!
7) "..ma soprattutto convincere le cooptate classi dirigenti che se perdiamo noi perdiamo tutti, loro compresi." Anche qui mi scappa un "seee lallèro Valè" CHI? DOVE? QUANDO?
Valeriò il finale fatto di "buoni propositi" è encomiabile e certamente il solo perseguibile al fine di ottenere il "miglior risultato", ma circa il fatto che possa essere il risultato più veloce da raggiungere ho più di un dubbio.
A Clà meno male, grazie anche a te si discute!! Da quando ho aperto il blog ho ricevuto tre commenti per 3.200 accessi, deprimente... Come hai potuto notare voglio essere di stimolo, ho solo una pretesa in tutto ciò, costringere almeno una persona una a farsi domande che non si è mai fatto, certo quella non sei tu. Ma veniamo a noi. Le tue osservazioni sono condivisibili, mi voglio soffermare sui punti 2 e 7 che trovo connessi. Il fattore tempo e le classi dirigenti. Vero è che le variazioni culturali, di usi e costumi sono molto lente, vero è che però con i media risultano essere più accelerate, vero è che le classi dirigenti sono molto resistenti al cambiamento per evidenti interessi personali. Non credo tuttavia che le future generazioni saranno in grado di capire per reagire. Ma queste sono variabili endogene. Sono certo che a brevissimo ci troveremo di nuovo in uno shock economico esogeno, una nuova terribile crisi finanziaria mondiale e all'euro-break, il dissolvimento dell'eurozona. Il tempo ci verrà molto accorciato dall'esterno, nel senso che avremo poco tempo per reagire come nazione, e la classe dirigente che ci guiderà in quella fase sarà inevitabilmente per buona parte la stessa di oggi, è importante però che lo farà con una consapevolezza che oggi rifiuta per adesione ideologica e interessata al "vincolo esterno". Pressarli oggi non significa cambiarli, è impossibile, sensibilizzarli però si può dicendo loro in tutte i modi possibili che devono tenerci in conto. Certo la prospettiva è vivere il riassestamento dello scenario macroeconomico mondiale e italiano da uomini semi-liberi o da schiavi, non mi faccio illusioni ma preferisco la prima e ci dobbiamo provare. E' in questa fase che l'influenza e la pressione sulle classi dirigenti potrebbero aiutarci a ripristinare qualche diritto, qualche regola, qualche tutela. Il link all'inizio del post odierno rimanda appunto a un non recente post nel quale spiegavo il mio punto di vista sulla parabola socio-economica italiana partendo dalla corruzione. Grande Claudio, alla via così.
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